Cari soci, cari amici, ciò che avete fatto in questi anni nell’accompagnare me, la Coldiretti, l’agricoltura Italiana, il Paese tutto, lungo il sentiero del cambiamento è stata una cosa straordinaria. Avete un grande merito e a voi va il mio sincero riconoscimento. Abbiamo lavorato per stare meglio tra noi stessi e con gli altri, per migliorare ciò che ci sta intorno. Lo abbiamo fatto con coraggio, andando controcorrente, proprio come Papa Francesco spesso ci esorta a fare. Sono certo, continueremo insieme su questa strada, con la stessa carica emotiva e la stesa passione civica che ci ha guidato sino ad oggi. Per quanto mi riguarda lo farò per la Presidenza onoraria che ho accettato con fierezza, ma soprattutto perché questo è il mio modo di essere, di pensare, di agire, testardamente legato a convincimenti profondi non rimovibili. Lo farò a cominciare da ciò che sta accadendo nel nostro Paese. Non sopporto più che tanta gente metta tutta se stessa per tirare avanti e poi si ritrovi, da anni, in un paese che si comporta come un condannato destinato ad essere sepolto vivo che, pur di guadagnare tempo, si scava la fossa rendendola sempre più profonda. Stiamo lasciando ai nostri figli un Paese senza idee, senza futuro, un Paese pieno di debiti, litigioso su cose che non interessano a nessuno. Stiamo consumando tempo per inseguire il nulla e lo facciamo ogni giorno di più tra rassegnazione e paura. Io dico, smettiamola! fermiamoci!Il nostro Paese non è condannato a morte. Bisogna smettere di piagnucolare e di scavarci la fossa della disperazione. Dobbiamo usare sì il badile, ma per tracciare sentieri nuovi, illuminati, sentieri possibili che ridiano speranza. E’ questa la ragione che mi ha spinto a dar vita a una Fondazione – Italia Spa e cioè Sostenibile Per Azioni – che ha lo scopo di contribuire a rinnovare e a cambiare nel profondo le scelte della politica italiana, aggregando chi condivide le stesse idee di politiche da adottare e di paese. Tutto questo possiamo farlo, l’Italia merita molto di più della compassione e degli sfottò a cui ci stiamo abituando.Forse proprio dall’agricoltura, non solo come settore, ma come antica e moderna filosofia di vita, possiamo trarre qualche suggerimento sul come fare. L’ agricoltura è abituata da sempre a fare i conti con i ritmi immodificabili della natura, il tempo immutato delle stagioni, lo spazio fisico della terra, l’energia libera del sole. Forse per questo ha saputo custodire, meglio che altrove, quei geni preziosi, che il mito transgenico della globalizzazione senza regole e del “tutto, subito e ovunque”, ha fatto perdere ai più, e che oggi è causa di cosi tanti guai nel mondo e nel nostro stesso paese. Geni sani i nostri, quelli dei valori etici, della qualità della vita sopra ogni cosa, della solidarietà, della fraternità, di un nuovo umanesimo nell’economia. Del primato dell’uomo, dei popoli e dei territori sulla politica e di quest’ultima sull’economia.Forse è proprio da questa filosofia agricola, che tiene insieme cura, coltura e cultura, possiamo ricominciare. Ricominciamo dalla sua antica saggezza, dalla sua straordinaria capacità di umanizzare l’innovazione e il progresso, di porre il giusto avanti all’utile, di pesare il vantaggio immediato con la bilancia delle generazioni future. Ricominciamo allora da NOI.E’ ora di raccogliere e far degustare ai più quel frutto raro che ogni giorno coltiviamo con cura e che si chiama ” buonsenso”.
Un grande abbraccio.
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