Di Franco Iseppi
Secondo il Country Brand Index esiste una progressiva debolezza della capacità attrattiva dell’Italia se valutiamo come è percepito il nostro brand. Guardando, invece, a due “indicatori” con i quali valutare la forza del nostro brand nazionale, turismo e beni culturali, il Bel Paese è in prima posizione, forte della ricchezza del suo patrimonio culturale e di fattori di grande appeal, quali il cibo, per esempio. Anche nella documentazione “interna” a nostra disposizione, l’enogastronomia, nelle motivazioni di viaggio, è considerata una priorità quando i turisti allineano in modo gerarchico i loro bisogni.
Il turismo è un bene in sé (per il suo valore simbolico, culturale e sociale), ma è certamente un prodotto di sistema, espressione della sua relazione con la politica dei beni culturali, dell’ambiente, delle infrastrutture di comunicazione e della agricoltura.
In questo modello di relazione (saremmo molto contenti se fosse virtuoso), il rapporto tra turismo e agricoltura assume un significato specifico: l’agricoltura, quando è antidoto alla cementificazione selvaggia, promotrice del valore del paesaggio, valorizzatrice in generale della biodiversità e in particolare dell’identità plurale dei territori, di fatto rafforza le diversità che sono alla origine della nostra attrattività come paese.
Tutto questo è concretamente realizzabile se il turismo diventa sempre più consapevole e l’agricoltura sempre più sostenibile. La distintività unita alla qualità (non ci riferiamo a quella di estrema nicchia, perché essa è, in molti casi, segno raro e prezioso – da tutelare – della storia dell’umanità) possono essere gli elementi caratteristici della gran parte di quella agricoltura che è capace (quando non è abbandonata a se stessa) di operare in un mercato competitivo, non selvaggio e non paradossale, nazionale e internazionale, senza per questo essere condizionata da una inevitabile logica di omologazione planetaria. Se turismo ed agricoltura riusciranno a mettere in essere una buona intesa, contribuiranno significativamente a fare il bene del paese.
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